Perché teatro partecipativo

Eccoci. Ci siamo. Tutto sembra funzionare, a parte il fatto che non so quali parole scegliere per superare l’impatto con la prima pagina bianca dedicata a questo tanto discusso, praticato, letto, amato, odiato, criticato perfino studiato teatro partecipativo (anche se rientrate nella lista dei suoi più feroci detrattori non potete negare che in qualche occasione abbia strizzato l’occhiolino anche a voi… Su su, con le cuffie alle orecchie in quella piazzetta non nascondetevi…).

Domini Pùblic, Roger Bernat/FFF, Piazzetta P. Pasolini, Bologna 31 marzo 2017 (© Fotografia di Mirko Mirabella).

Che il teatro partecipativo faccia molto parlare di sé è cosa oramai nota. E allora vi chiederete, perché scrivere e parlare ancora di teatro partecipativo – con tutto quello che c’è di bello al mondo, come ad esempio “fare cose vedere gente”? Non ne avevamo abbastanza di sentire parlare di partecipazione, spettatore, interazione, e bla bla bla? Avete proprio ragione. Basta.

Il tema della partecipazione dello spettatore è così pesante che credo sia necessario trovare insieme un antidoto, un modo per cercare di digerirlo e dirgli di smetterla una volta per tutte di provocare queste lunghe esalazioni nauseabonde. Come? Con alcune pillole.

Non spaventatevi, sono piccole e si deglutiscono in fretta, ideali anche per i più piccoli. Chi le produce – chiedete. Beh la sottoscritta, “home made”, chilometro zero. Quando potrete leggerle? Presto. In realtà anche ora, se andate nella pagina Blog ne trovate già una, fresca fresca, ideale per iniziare a familiarizzare con il microcosmo della partecipazione e dintorni.

Se siete curiosi o infastiditi; se siete alla ricerca di parole in grado di descrivere la partecipazione, spogliate di qualsiasi possibile rimando ideologico; se siete stanchi di guardare alla partecipazione come a un qualcosa di inversamente proporzionale al teatro; se avete voglia di leggere di teatro e di partecipazione senza perdere l’occasione di sorridere; se desiderate semplicemente conoscere l’universo della partecipazione dello spettatore: eccovi questa pagina dedicata a una sua indagine critica.

In questo spazio troverete brevi pillole per riflettere sul significato di alcune parole. Sul teatro e sulla partecipazione dello spettatore ovviamente, ma con lo sguardo sempre puntato sulla realtà politica e sociale del nostro tempo. Sappiate però che ogni tanto mi prenderò la sana libertà di divagare per parlare di teatro ma non di partecipazione ;).

Non mancheranno le occasioni per dare spazio a voci diverse dalla mia con percorsi lavorativi, di studio, di indagine, in ambito teatrale e non: alla ricerca di punti di divergenza o di contatto, in alcuni casi per vere e proprie “pillole multidisciplinari” oltre il palcoscenico.

Suggerimenti per la lettura e l’esplorazione di questo sito: armatevi di una calda tisana digestiva a base di cumino (per chi come me ha radici trentine, “tisana dè carei”) e di una rilassante musica di sottofondo che recita più o meno così: “Con un poco di zucchero la pillola va giù, la pillola va giù, pillola va giù…”.